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Appartamento inferiore
All’appartamento inferiore si accede dallo scaloncino nell’angolo
nord ovest del cortile d’onore. È costituito da cinque ambienti di
dimensioni e funzioni differenti, tutti comunque abbelliti da
decorazioni ad affresco databili tra la fine del Quattrocento e il
primo decennio del Cinquecento, ascrivibili all’epoca e alla volontà di
Alberto III Pio.
La sala dei Cervi è un ambiente di notevoli dimensioni decorato nella volta con crociere e nelle lunette da affreschi con soggetti tipicamente cortesi con scene di caccia. La volta presenta eleganti motivi geometrici intrecciati al cui interno sono iscritte le iniziali di Alberto Pio. Le decorazioni furono purtroppo irrimediabilmente danneggiate dal punto di vista cromatico nella quasi totalità da un incendio che si sviluppò nella sala intorno al 1861, dando alle pitture una scura tonalità brunastra, ben diversa dai brillanti azzurri e verdi che dovevano caratterizzarla.
La sala dei Cervi è un ambiente di notevoli dimensioni decorato nella volta con crociere e nelle lunette da affreschi con soggetti tipicamente cortesi con scene di caccia. La volta presenta eleganti motivi geometrici intrecciati al cui interno sono iscritte le iniziali di Alberto Pio. Le decorazioni furono purtroppo irrimediabilmente danneggiate dal punto di vista cromatico nella quasi totalità da un incendio che si sviluppò nella sala intorno al 1861, dando alle pitture una scura tonalità brunastra, ben diversa dai brillanti azzurri e verdi che dovevano caratterizzarla.
La successiva sala degli Stemmi o dei Re presenta sulle due
belle volte a crociera e sulla parte superiore delle pareti affreschi
con stemmi dei re di Francia, con i tre gigli dorati, di Ludovico il
Moro di Milano e di Anna di Bretagna. La volta presenta sul fondo
bianco numerose code di ermellino (elemento decorativo piuttosto
frequente nelle residenze dei re di Francia), mentre i costoloni delle
crociere sono sottolineati da belle decorazioni a candelabra bianche su
fondo blu. La presenza di stemmi legati ai re di Francia in questa e
nella sala successiva dei Gigli è dovuta all’alleanza di Alberto Pio
con i Francesi nel 1506; nel 1509 Carlo d’Amboise passò per Carpi e a
questi anni sono da far risalire queste decorazioni.
L’adiacente sala dei Gigli presenta decorazioni nelle
lunette delle pareti e nella volta, caratterizzata da piccoli soli con
gigli dorati all’interno. Due delle lunette presentano invece su fondo
azzurro una serie di gruppi statuari marmorei figurati, tra cui
spiccano ben riconoscibili i Dioscuri di Montecavallo, tra cui sono
inseriti medaglioni raffiguranti imprese araldiche e gigli di Francia
sorretti da coppie di putti. Sulle altre due lunette sono ben
identificabili Dioniso a cavallo di una pantera e la Sfinge che
schiaccia un leone. Emerge in queste decorazioni, opera di Giovanni del
Sega, un gusto antiquariale tipico della pittura romana di quegli anni
che caratterizza buona parte delle decorazioni cinquecentesche del
palazzo di Carpi, prima di tutte la sala dei Mori.
Un piccolo gioiello è l’attigua sala delle Muse,
tipicamente rinascimentale per gusto e per scelta iconografica. La
decorazione, ricca di figure allegoriche umanistiche, si sviluppa dal
centro della volta, dove è rappresentato Pegaso in una cornice di
grottesche di straordinaria qualità pittorica, alle lunette delle
pareti dove si trovano le Muse in veste di musiciste e dove su un
camino perduto doveva esserci anche Apollo, in una rappresentazione del
Parnaso, come era nello studiolo ferrarese di Belfiore e nel tempietto
delle Muse di Federico da Montefeltro a Urbino. All’incrocio delle
vele, entro medaglioni, i busti dei grandi poeti dell’antichità. Questo
piccolo vano era molto probabilmente lo studiolo di Alberto Pio, un
luogo intimo e privato, direttamente collegato alle sale
dell’appartamento del piano nobile in cui veniva conservata parte della
sua biblioteca.
Dell’attiguo stanzino, denominato dei Cartigli per la
presenza nella decorazione di cartigli incompleti degli stemmi, è da
citare la bellissima crociera della volta segnata da una decorazione a
candelabra di notevole qualità esecutiva. Si tratta probabilmente di un
piccolo ambiente di passaggio per il vano attiguo, in cui ancora oggi
rimane l’imposta dell’antica presenza di una scala a chiocciola che
saliva, oltre che per le labili ma ben leggibili tracce di una
trecentesca decorazione ad affresco a motivi vegetali dell’antico muro
esterno della rocca, poi inglobato.
Ultimo aggiornamento: 31/08/2006