Oppidum opulentissimum - XIV-XV sec.
Un quadro meno confuso della situazione delle residenze signorili si
ha soltanto a partire dalla fine del Trecento, quando i Pio governano
Carpi già dal 1327, in particolare dal momento in cui nel 1383 il feudo
di Carpi viene diviso tra Giberto e Marsilio.
Un rogito del 1383 cita una “Rocham…domini Gyberti”,
già identificata con la struttura architettonica nell’area nord del
palazzo, poi inglobata nella cosiddetta Rocca Nuova. Questo
arroccamento doveva essere sorto intorno alla più antica torre del Passerino,
che costituisce l’edificio più antico attualmente esistente nel
complesso palaziale. Recentemente in questa stessa area del palazzo
sono state individuate altre due torri, rispettivamente a nord est e a
sud ovest del cortiletto del Passerino, che avvalorano la presenza di
una rocca rinforzata con strutture difensive già dal XIV secolo. Questo
contesto (di cui in futuro sarà possibile comprendere meglio la
struttura e le dimensioni) presuppone per questa zona in origine una
funzione tipicamente militare e difensiva, ma accompagnata in
quest’epoca da una valenza residenziale, come dimostrano alcuni
elementi architettonici e affreschi esterni, databili a questa fase, di
carattere decorativo. Il gusto del colore e della decorazione esterna
era un elemento comune nelle fabbriche padane e i muri dell’antica
rocca dei Pio con la brillantezza e le invenzioni cromatiche
acquistavano così un aspetto più nobile che contribuiva a ingentilire
le pesanti e massicce strutture architettoniche e fortificate. I muri
erano completamente dipinti con un leggero strato di calce bianca che
lasciava scoperti e visibili i mattoni listati a pittura con decori
goticizzanti di verzure, racemi ed elementi araldici.
L’antica rocca subì importanti mutamenti già con l’ampliamento della
seconda metà del Quattrocento, quando perse definitivamente ogni
valenza militare, e quindi con la costruzione del cortile d’onore
all’inizio del Cinquecento. Tracce di queste antiche strutture
architettoniche sono emersi dai lavori ora in corso nell’area nord del
palazzo, oltre a quanto già conosciuto dalle sale dei due appartamenti
al piano nobile e al sottostante ammezzato.
Da recenti scoperte non è azzardato ipotizzare un’analoga situazione di
arroccamento nella zona sud dell’attuale palazzo. Il torrione degli
Spagnoli infatti si sviluppa inglobando un’antica torre di cui sono
ancora presenti i merli nel sottotetto e che occupa l’angolo sud-est
dell’attuale torrione. Nel corso di recenti interventi inoltre è emersa
su una parete interna a nord dell’edificio un’antica decorazione
esterna, del tutto analoga come scelta iconografica e stilistica a
quelle della Rocca Nuova a cui si è accennato e databile alla stessa
epoca. Anche qui è dunque ipotizzabile la presenza (certa) di una torre
e (probabile) di una rocca - almeno nella fase tre-quattrocentesca
precedente all’intervento di Galasso - che si porrebbe come elemento
difensivo e in un secondo tempo residenziale nella zona a sud-ovest
della pieve. Si tratta probabilmente del permanere di una situazione
antica di difesa del castrum
e della pieve sulla linea nord-sud verso occidente, dato che si
potrebbe ritenere avvalorato dal fatto che questi rimangono i punti
privilegiati di scelta residenziale del castello prima, dopo la citata
divisione di Carpi del 1383 tra Marsilio e Giberto Pio, e del palazzo
oltre un secolo dopo, quando Alberto Pio - che risiede nella parte nord
del palazzo - governa il feudo fino al 1509 in condominio con gli
Estensi, che pongono la loro guarnigione nella zona del Torrione.
L’evoluzione della rocca dei Pio è in stretta connessione con quanto
avviene al di fuori della zona abitata dai signori, intorno cui sta
sorgendo l’”oppidum opulentissimum”
citato da Flavio Biondo. Anche in questo contesto a cavallo tra
Trecento e Quattrocento, la nascita e lo sviluppo dei borghi, cioè
l’evoluzione della struttura urbana, sono legati dunque a quanto
avviene entro la cittadella. È in questi anni, o forse anche qualche
decennio prima, che il castello “si apre” verso i lati nord e ovest,
dove non esistevano accessi, verso i nuovi borghi. Entro la metà del
Trecento viene aperta la cosiddetta Porta nuova, all’inizio
dell’attuale corso Cabassi, che connette il castello col Borgo
inferiore; più o meno negli stessi anni viene aperta anche una Posterula sul
lato ovest, dove ora c’è il rivellino di accesso al palazzo dalla
piazza (Torre dell’Orologio), verso il nuovo borgo di Castelnoglioso,
poi Borgogioioso. Già in questa fase dunque l’asse viario principale
non è interno alla Cittadella, ma è spostato verso ovest, dove poi
sorgerà la piazza rinascimentale, che dobbiamo quindi considerare
elemento urbanistico centrale, sebbene non definito come piazza, anche
prima di Alberto.
Nel XV secolo nella rocca dei Pio è possibile individuare una fase, tra
1430 e 1480 circa, di modifiche e integrazioni alle strutture
precedenti, che iniziano già a dare al castello un aspetto più
palaziale che Alberto Pio renderà definitivo: la costruzione del Torrione di Galasso
o degli Spagnoli nella parte meridionale del complesso intorno alla
metà del secolo; l’ampliamento verso est e verso nord della rocca che
abbiamo definito di Giberto (da cui il nome di Rocca Nuova) dopo la
metà del Quattrocento con la definitiva attribuzione di funzioni
residenziali, a cui si è già sopra accennato.
Di qualche anno dopo sembra essere anche lo sventramento di una serie di schiere poste a sud-est del complesso (le case Bellintani del catasto del 1472), più o meno all’altezza della cosiddetta Rocca Vecchia. Tra la Rocca Nuova e la Rocca Vecchia, sul versante orientale del castello, fu edificato il cosiddetto Palazzolo o Corridoio. Ultimo intervento prima dell’epoca di Alberto Pio è la costruzione di
due torrette cilindriche angolari sul lato ovest della cittadella verso
l’attuale piazza, che costituiscono l’ultimo significativo apporto alle
fortificazioni della stessa, di cui attualmente ne è conservata una
soltanto, la cosiddetta Uccelliera.
Alla fine del Quattrocento infine a ovest rimane l’antica muraglia
perimetrale, un’ala bassa che parte da nord, dopo la torretta
dell’Uccelliera, e prosegue verso sud, all’altezza del Torrione e che
poi doveva riprendere nella zona ora occupata dal teatro (prima da un
giardino, parte degli horti del palazzo) fino alla seconda torretta a cui si è precedentemente accennato. Al centro la Posterula, che collegava, oltrepassato il canale, al Castelnoglioso.
Poco si sa di questo fronte occidentale e degli eventuali edifici lì
presenti. Gli unici dati certi riguardano le stanze a piano terra ora
occupate dal Museo Monumento al Deportato, caratterizzate da belle
volte ad arco gotico, e il cortile ora delle stele con archi tamponati
di un portico (forse quattrocentesco?). Di ipotetiche architetture
antiche lì presenti rimane solo il piano basso perché tutto il piano
superiore è costruito solo successivamente sotto Alberto Pio.